Da: Lo stato dell’arte, Rai5, 2 agosto 2016.
Le sue teorie sul linguaggio e la significazione sono un punto di riferimento costante per la semiologia e hanno contribuito all’affermarsi della nouvelle critique: una nuova tendenza volta a rinnovare la tradizionale critica letteraria attraverso l’apporto di altre discipline, tra cui la linguistica, la sociologia, la psicanalisi e l’antropologia.
Ne ripercorreranno il pensiero, insieme al conduttore Maurizio Ferraris, Isabella Pezzini, professoressa ordinaria di Filosofia e Teoria dei Linguaggi e docente di Semiotica presso l’Università Sapienza di Roma, e Paolo Fabbri, professore ordinario docente di Semiotica la Scuola di Giornalismo dell’Università LUISS di Roma.
Con Isabella Pezzini, autrice tra gli altri de “Introduzione a Barthes” (Laterza, 2014) si parlerà di Barthes “neologo”, dell’invenzione di nuove discipline, e del lavoro di analisi e studio critico del quotidiano di cui siamo ancora eredi – basti pensare, ad esempio, alla moda. Con Paolo Fabbri, che fu allievo del semiologo francese, si svilupperà il Barthes politico, la sua attenzione alla “politica” del vivere insieme.
Infine ci si concentrerà su Barthes mitologo, prendendo come punto di partenza il vasto lavoro intitolato “Le Mythologies” (1957), una raccolta di brevi testi apparsi negli anni Cinquanta su riviste come Esprit o su quotidiani come Combat. Questa la tesi che Ferraris discuterà con i suoi ospiti: mentre Adorno e la scuola di Francoforte affrontano i miti d’oggi (e di ogni tempo) come forme di alienazione di una umanità che si suppone perfetta, Barthes è pieno di tenerezza nei confronti del mondo, e ritiene che i miti siano rivelazione di ciò che noi siamo. Per questo può parlare con tanta sapienza di bistecca e patate fritte, di moda e di amore.