Ulisse è Bond


Da: Alfabeta2, n. 26, febbraio 2013. Ora in Biglietti d’invito per una semiotica marcata, a cura di G. Marrone, Bompiani, 2021.


Il mito di James Bond procede parallelo alla storia contemporanea del Regno Unito, incarnandone un emblema nel sistema mediatico globale. Umberto Eco era molto interessato alla sua saga a cui dedicò un saggio fondativo, che inaugurava le ricerche di combinatoria nella semiotica narrativa. Skyfall di Sam Mendes, però, rappresenta un’evoluzione rispetto allo schema tracciato da Eco. Da una parte, perché è un racconto della crisi del mondo dell’intelligence di fronte alla rivoluzione digitale e descrive un mondo in cui la guerra si combatte non più corpo a corpo ma attraverso i media e le narrazioni che vi circolano. Il nemico, in questo nuove scenario, non è più esterno (il comunismo) ma per lo più interno (agenti dei servizi infedeli). La soluzione di Bond di fronte a questo stallo è “back to the past”, un ritorno al passato, incarnato dalla sua volontà di azione oltre lo schermo dei computer, che si traduce in una via d’uscita verso il futuro.

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