Sulle penne e sui cappelli


Da: AA.VV., Il discorso del design. Pratiche del progetto e saper-fare semiotico, a cura di Dario Mangano e Alvise Mattozzi, E|C, Serie Speciale, Anno III, nn. 3/4, 2009, pp. 43-48.


Un discorso del design consapevole sa di intervienire su un mondo già significante. La ricognizione semiotica degli oggetti li ridesta dalla loro ovvietà mettendone in luce il ruolo silenzioso di mediatori delle relazioni nella società. Perfino la penna stilografica, secondo Fabbri, il “meno mediato dei medium” può essere riconosciuta come oggetto portatore di un significato sociale (prestigio versus anticaglia). Ma il senso profondo della penna è quello di costituire un’opportunità di individualizzazione per chi la utilizza. Ecco perché la penna non si presta e non si scambia. Al contrario del cappello che, invece, costituisce un discorso sullo status sociale di chi lo indossa, sia l’imperatore o l’ultimo dei somari, messo in punizione dalla maestra.

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