Da: La Voce di Romagna, domenica 12 ottobre 2014.
BELLE COSE Alla Gambalunga il semiologo Paolo Fabbri ha presentato la sua nuova collana editoriale. Un florilegio di genialità
Fromboliere della retorica. Ascoltare Paolo Fabbri, super semiologo, è un piacere pindarico: parlando de L’operazione storica di Michel de Certeau chiama in causa Federico II di Svevia, “che a Rimini promulga la Bolla d’oro con cui riconosce l’ordine dei Cavalieri Teutonici”, poi si ricongiunge – esemplificando il modo in cui si può raccontare la storia – alla prospettiva rovesciata svelata da Pavel Florenskij e snodata da Boris Uspensky nel suo Study of Point of View, il quale, Uspensky, è stato sagace collaboratore di Jurij Lotman “venerato come un dio in Estonia”. Poi ritorna alla prospettiva rovesciata, “che è quella che organizza la composizione pittorica delle icone, dove le cose sembrano venirci addosso, perché è la prospettiva di Dio che guarda l’uomo. Al contrario della prospettiva a cui siamo abituati, perfezionata nel Rinascimento, in cui è l’uomo a organizzare il creato e a guardare Dio”. Con vertiginosa arguzia Fabbri passa dalle immagini serafiche di Rublëv a una descrizione simbolica del Polittico di Gand allo Studiolo di Federico da Montefeltro a Urbino, “che offre a Jean Baudrillard lo spunto per la riflessione su Le trompe-l’oeil.Il geniale filosofo capisce che il potere è il centro della simulazione, perciò è connesso al trompe-l’oeil, cioè a una finzione che deve essere più vera del vero. Il potere deve celare il suo segreto: che è quello di nascondere il niente”. Grandioso colpo di teatro, non privo di gossip (”Baudrillard amava divertirsi: a Rimini andava sempre a ballare al Paradiso, da mio fratello”). Fabbri sa vitalizzare i concetti e rendere vivi i sapienti (“Lyotard? Poveretto, ha passato la vita a scrivere che quello che intendeva per postmoderno non è quello che tutti credono essere il postmoderno”): venerdì sera, alla Biblioteca Gambalunga in Rimini, ha presentato la collana “In Hoc Signo” che cura, come direttore del Centro Intemazionale di Scienze Semiotiche di Urbino, per l’editore Guaraldi. Le ragioni della scelta? L’importanza degli autori. E il cuore: “li ho conosciuti tutti, sono dei giganti del pensiero”. (D.B.)