Facoltà di Arte e Design dello IUAV
LISaV (Laboratorio Internazionale di Semiotica a Venezia)
Terese – Dorsoduro 2206
Venezia
12 – 14 Giugno 2008
Quando si dice camouflage si pensa a soldati che, con facce imbrattate, tute mimetiche e movimenti furtivi, tentano di passare inosservati allo sguardo dei nemici per attaccarli di sorpresa. Si pensa all’astuzia di animali deboli che, per sfuggire all’attenzione dei loro predatori, riproducono, sul corpo, forme e colori dell’ambiente circostante. Ma si pensa anche a pericolosi felini e terribili rapaci che ricorrono proprio all’invisibilità per essere ancora più temibili. Nel doppio gioco tra predatori e prede, la parola d’ordine, per tutti questi fabbricanti dell’invisibile, è l’efficacia. Potente arma di difesa e di offesa, il camouflage, nella complicità che stabilisce tra l’essere e l’apparire, mette in gioco una vasta gamma di strategie interattive e di tattiche del visibile: vedere senza essere visti, sottrarsi alla visibilità, eclissarsi nell’incognito, ma, per contro, rivendicare un’assoluta trasparenza. Il termine camouflage ci viene infatti dalle tecnologie del conflitto (la fotografia e l’aviazione).
Se l’invisibilità è l’obiettivo prioritario del camouflage, tuttavia non è il solo. Uomini e animali si camuffano non solo per nascondersi, ma anche per farsi vedere, quando, con vistosa ostentazione, rivestono sembianze di altri uomini o di altri animali. “Camoufler”, si legge, infatti, sui dizionari francesi, significa “déguiser de façon à rendre méconnaissable ou indécelable” (Petit Robert); « rendre méconnaissable ou invisible, cacher sous des apparences trompeuses » (Larousse) : « Camouflage : cacher en modifiant les apparences » (Larousse). In senso lato, dunque, « camouflage » significa mostrarsi diversi fino a farsi passare per altri. Roger Caillois individua tre forme di camouflage:
- il travestimento (travesti) che concerne la metamorfosi e il gusto per le mascherate: è la mimicry o mimetismo propriamente detto;
- la mimetizzazione (camouflage), il tentativo di divenir invisibile, confusi totalmente con l’ambiente circostante;
- l’intimidazione (intimidation) è il terrore provocato dal malocchio, è l'”effetto Medusa” che corrisponde alla minaccia prodotta dagli ocelli sulle ali delle farfalle.
A questo proposito, la Facoltà di Arte e Design dello IUAV organizza un convegno il 12-13 di giugno nella sede delle Terese. In questa occasione si tratta di fare il punto sulla relazione che il camouflage, secondo le sue varie declinazioni, intrattiene con l’arte e con il design.
Il legame tra arte e camouflage, sappiamo, ha origini lontane, quando, durante la prima guerra mondiale, furono chiamati un gruppo di artisti appartenenti al cubismo, tra i quali Braque e André Mare, a operare vere e proprie mimetizzazioni teatrali di armi e di fabbriche belliche. Gli artisti contemporanei praticano altre forme di camouflage: da Andy Warhol a Cindy Sherman, da Yasumasa Morimura ad Ana Mendieta, dalla Orlan aVanessa Beecroft, da Thomas Hirshhorn a Luigi Ontani, solo per citarne alcuni. Cosa hanno in comune questi artisti? Cosa apportano ad una riflessione più teorica e generale sul camouflage?
Analogamente il problema si pone per l’architettura e il paesaggio. Si ha camouflage quando alcuni edifici si presentano come maschere di altri edifici, oppure quando si mimetizzano con l’ambiente, fingendo di essere elementi naturali come rocce, cascate d’acqua o vegetazione, oppure quando tentano di smaterializzarsi, confondendosi con la luce del cielo. Si ha camouflage, nel design, quando si cambiano i connotati di un oggetto per evitare che venga riconosciuto, come nelle macchine fotografiche delle spie o dei violatori della privacy. Ma si ha camouflage anche quando alcuni artefatti giocano a darsi l’aspetto di altri oggetti, rivestendo forme antropomorfe o animali o perfino vegetali e lo fanno non per una maggiore funzionalità, ma per puro gioco, per humour, per una maggiore
efficacia comunicativa. Si pensi alle poltrone di Gaetano Pesce, di Ron Arad, di Marc Newson o ai divani dei Droog Design, solo per citarne alcuni. Si tratta di veri e propri travestimenti secondo una declinazione del camuffamento che va dalla dimensione ludica della mascherata a processi di mimetizzazione estrema a scopo bellico o di spionaggio.
Ma prima di valutare un’estetica del camouflage, il convegno si propone di affrontare questo problema, secondo una semiotica del visibile, pensando al camouflage come ad un complesso dispositivo comunicativo, di vederne il funzionamento all’interno di un quadro relazionale, di metterne a fuoco gli artifici di simulazione strategica, di indagare quali diversi sistemi percettivi, oltre la visione, sia capace di convocare. È necessario analizzare il camouflage non solo come pratica, ma soprattutto come risultato finale, effetto di senso intenzionalmente prodotto da un raffinato processo di produzione segnica che concerne una riflessione sulla figurazione/de-figurazione degli oggetti, delle loro morfologi dipendenti dal mutare dei tempi. Il camouflage, infatti, se lo intendiamo come mimetismo, cambia secondo le diverse tecniche di rilevamento e di osservazione; se lo intendiamo come intimidazione, cambia a seconda del variare dei simboli del potere, della sopraffazione sociale, dei simulacri della paura.
Patrizia Magli
PROGRAMMA
Giovedì 12 giugno
9.30 – 11.00
presiede Marco de Michelis
- PAOLO FABBRI: “Stratagemmi della visione: incantare lo sguardo, perturbare l’immagine”
- GIULIO GIORELLO: “Darwinismo e mimetismo”
- MASSIMO LEONE: “La zampa sinistra del camaleonte – Camouflage e invisibilità nelle culture antiche”
11.30 – 13.00
presiede Paolo Fabbri
- PATRIZIA MAGLI: “Maquillage/Camouflage: il trucco tra mimetismo e intimidazione”
- FEDERICO MONTANARI: “A partire dal mimetismo animale; modelli di lotta e conflitto, morfogenesi e narrazione”
15.00 – 17.00
presiede Jorge Lozano
ARTI VISIVE
- ANGELA VETTESE: “La protesi tecnologica come forma di camouflage”
- MAITE-MENDEZ BAIGES: “Camouflage nell’arte odierna: appropriazioni e détournements”
- CARLA SUBRIZI: “Moltiplicare le apparenze, perdere il centro: l’arte del Novecento e il dialogo dell’identità”
- TIZIANA MIGLIORE: “Ana Mendieta, Earth-Body. L’aspettualizzazione nel camouflage”
17.30 – 19.00
presiede Chiara Casarin
- STEFANO COLETTO: “La simulazione e la dissimulazione dell’identità nelle pratiche di comunicazione digitale”
- MARCO DE BAPTISTIS: “Travestirsi da immagine. Gavin Turk, tra iperrealismo e simulazionismo”
- EMANUELA DE CECCO. “Dal corpo “fuori” all’embodyment. Note sulla ri-significazione del cubo minimal”
Venerdì 13 giugno
9.30 – 11.00
presiede Patrizia Magli
SPETTACOLO
- ANTONIO COSTA: “Ceiling zero: cinema e effetto nebbia”
- BARBARA DELLE VEDOVE: “Il cielo in una stanza. La macchineria teatrale barocca come fabbrica d’illusioni”
STRATEGIE DI CAMUFFAMENTO AUTORIALE
- CINZIA BIGLIOSI: “Colette e l’arte: un’avventura en travesti“
- CHIARA CASARIN: “L’autore mimetizzato. Strategie di dissimulazione per restauratori e falsari”
11.30 – 13.00
presiede Tiziana Migliore
MUSICA
- ROBERTO FAVARO: “Musique d’ameublement: mascheramento e mimetismo nella composizione del paesaggio sonoro”
- MARIA PIA POZZATO – LUCIO SPAZIANTE: “Il cangiante/metamorfico e il nascondimento nell’estetica del pop/rock”
15.00 – 18.00
presiede Medardo Chiapponi
DESIGN
- FABRIZIO GAY: “La figura dello sfondo: evoluzione e intelligenza mimetica degli oggetti”
- DAVIDE FORNARI: “Antropomorfismo come strategia. Le interfacce umanoidi nel design del prodotto e della comunicazione”
- PROGETTOZERO (+) Alessandro Bertoncello, Paolo Dusi: “TRANSMISSION 06 – Tattiche di intervento mimetico nella quotidianità”
- RAIMONDA RICCINI: “Camuffamenti della tecnologia e forme degli oggetti”
Camouflage Party ( forse)
Sabato 14 giugno
9.30 – 13.00
presiede Alvise Mattozzi
ARCHITETTURA
- GIORGIO CONTI: “Extra-visioni: architetture e strutture da Guarini a Mosso”
- VERENA LENNA: “L’involucro architettonico come pratica del camouflage: da Adolf Loos a Michael Lin”
- LAURA ORSINI: “Pelle, filtri e membrane: l’architettura della trasparenza”
- FABRIZIO RIVOLA: “Public Art. Forme mimetiche di arte urbana”
- GUIDO ZUCCONI: “War camouflage: una palestra per gli architetti inglesi del secondo Dopoguerra”