Paolo Fabbri
Biglietti d’invito per una semiotica marcata
A cura di Gianfranco Marrone
Introduzione di Stefano Bartezzaghi
Bompiani, Collana Campo aperto, Milano, 2021, pp. 416.
In una lunga intervista raccolta in più momenti da Pino Donghi, tra il 2017 e il 2020, Paolo Fabbri ripercorre le vicende e gli snodi della più rigorosa delle discipline inattuali. La semiotica, da passione che travolse gli intellettuali a partire dagli anni Cinquanta, è oggi diventata una disciplina riconosciuta e, soprattutto, un atteggiamento mentale diffuso di curiosità rispetto ai linguaggi e ai discorsi della cultura sociale. Ivi compreso il discorso scientifico. Con il suo sguardo lucidissimo, Paolo Fabbri, uno dei grandi protagonisti internazionali della ricerca intorno ai sistemi di significazione, ripercorre fortune, inciampi, idee, passioni, lotte accademiche e idiosincrasie personali di un’avventura entusiasmante. Ne escono ritratti gustosi di alcuni protagonisti assoluti del dibattito culturale italiano e non solo: Umberto Eco, Roland Barthes, Tullio De Mauro, Pino Paioni, Claude Lévi-Strauss e ovviamente Algirdas Julius Greimas, il maestro di Fabbri e di una generazione di studiosi.