Meltemi Editore, Roma, 2004, pp. 262.
Paolo Fabbri
Segni del tempo. Un lessico politicamente scorretto
Da Abiura a Zero, passando per Clandestino, Cosmopolitica, Disinformazione, Flessibilità, Futuro, Immunità, Parolacce, Riformista, Vergogna e tante altre voci, questo lessico non vuole chiudere le parole che usiamo in definizioni precise, ma attraversare con esse pratiche di senso, espressioni, azioni, passioni e ragioni del vivere contemporaneo.
Pubblicate singolarmente nella rubrica Parole, parole, parole del quotidiano «l’Unità», queste voci vogliono essere un organismo semiotico vivente e sperimentale e sperano di attecchire in vari campi semantici. Perché il senso delle parole non è intrinseco, ma è definito dalla loro posizione nel discorso e continuamente negoziato nelle conversazioni e nei dibattiti.
Anche i temi trattati – semiotica, arte, letteratura, scienza, media, politica, guerra – rispondono all’esigenza di una nuova alleanza tra discorsi, di un’etologia dell’enunciazione, delle pratiche di senso in scambio e conflitto perenne, politicamente scorrette e intessute di parole sempre penultime.
Signs of Time. A politically incorrect lexicon
From Abjuration to Zero – through entries such as Clandestine, Cosmopolitics, Disinformation, Future, Reformer, Shame and many others – this lexicon tries to dig out from the words it discuss their in(de)finite practices of sense, together with actions, passions and reasons of life they produce in our contemporary world. For Fabbri, “etymologizing” never means to discover a close, intrinsic meaning embedded in words; he rather negotiate new senses through discourses and debates, looking for an ethology of enunciation grounded on never-ending exchanges and conflicts – namely, on politically incorrect practices where the words are always last but ones.